Tutto è iniziato la sera del 4 marzo 2020 quando al telegiornale è stata annunciata la chiusura delle scuole fino al 15 marzo a causa di un virus pericolosissimo: il Covid-19.
A noi ragazzi, inizialmente, la notizia ci ha entusiasmati: “Wow tutti questi giorni a casa senza scuola!!!”.
Da quel momento, però, le giornate sono diventate stranamente lunghe e monotone: ci si alza, ci si lava, si fa colazione, ci si veste e si iniziano i compiti…e poi…la giornata diventa infinita.
I nostri insegnanti si sono attivati in modo da poterci seguire anche a distanza: registro elettronico, piattaforme, compiti, correzioni, verifiche e addirittura lezioni on-line.
In pratica è come stare a scuola ma manca qualcosa…mancano i compagni, i momenti di allegria, di chiacchiere, mancano i confronti e anche le discussioni.
Che strano, non pensavo che i miei compagni di classe mi sarebbero mancati così tanto.
Queste prime settimane sono state scandite da un appuntamento quotidiano alle ore 18.00 in cui tutti si affacciano al balcone per cantare. Che emozione le prime volte! Abbiamo potuto, addirittura, conoscere dei vicini mai visti prima.
In questi ultimi giorni, però, in rispetto alle persone che stanno morendo anche la musica si è placata.
Arrivati al fatidico 15 marzo è stata annunciata la proroga della chiusura delle scuole fino al 3 aprile.
Questa volta il nostro entusiasmo è stato un po’ più pacato poiché ormai era chiaro che restare a casa significa non uscire, non fare sport, non poter andare a trovare un amico o i nonni.
Quanto può essere piacevole stare così a lungo chiusi in casa senza poter condividere emozioni e stati d’animo con i propri amici e i propri cari?
Ebbene sì, durante questo periodo di isolamento ho notato che mi manca la SCUOLA, il suono della campanella a ogni cambio d’ora, la gioia di sapere che saremo andati in gita, le lezioni con i nostri professori che abbiamo scoperto essere molto affettuosi.
Io e la mia classe siamo riusciti a superare queste brutte sensazioni facendo una videochiamata su una piattaforma. Inizialmente eravamo tutti in silenzio e un po’ intimiditi, dopo qualche secondo ci siamo sciolti e abbiamo iniziato a ridere e a parlare delle serie TV che stiamo guardando.
È stato un momento bellissimo, TUTTI erano felici di rivedere TUTTI.
Cosa resterà di questi giorni? La consapevolezza che stiamo affrontando una sfida difficile ma non impossibile se tutti rispettiamo le regole.
Torneremo presto a riempire i corridoi e le aule della nostra bellissima scuola, ci abbracceremo felici di esserci ritrovati dopo tanto tempo.
Oggi, è come essere in una grande partita di palla avvelenata verde a punte rosse, tutti cercano di schivarla. I più deboli non ce la fanno, faticano a correre via, altri restano incuranti del pericolo, altri ancora scappano e cercano un rifugio. La vita non è un gioco. Restiamo a casa.
Emma Sivori
Emma Sivori, “Andrà Tutto Bene!”, collage, marzo 2020.
Emma Sivori, “Alla fine sarà il Covid-19 a dover indossare la mascherina”, collage, marzo 2020.
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